Nome di battaglia "Mosca".
Prestò servizio militare prima nei granatieri a Roma e successivamente entrò a far parte dei carabinieri ausiliari e inviato in Francia e in Grecia dal 10.3.1940 allʼ8.9.1943.
Richiamato in servizio dopo lʼarmistizio, fece parte del distaccamento dei carabinieri di stanza al Palazzo di giustizia di Bologna.
Anche se non si occupò mai di politica, quando gli fu imposto di indossare la camicia nera, rifiutò benché minacciato di fucilazione.
Abbandonato il servizio militare, dopo aver ottenuto una licenza per la morte del padre, si rifugiò a Pianoro ed entrò a far parte della 66.a brigata Jacchia Garibaldi operando anche con la 62.a brigata Camicie rosse Garibaldi e partecipando alle azioni delle brigate nella zona dellʼAppennino fino allʼautunno 1944.
Successivamente operò nella zona di Montelungo (Pianoro) dove si sistemò insieme con il fratello Nello in una grotta, compiendo azioni di disturbo contro tedeschi in transito.
Riuscì a liberare dei civili rastrellati.
Nella primavera si portò a Medicina ed entrò a far parte del distaccamento medicinese della 7.a brigata GAP Gianni Garibaldi nel quale è stato riconosciuto partigiano con il grado di sottotenente dal 15.4.1944 alla Liberazione.
Eʼ stato insignito di croce di guerra al merito.